La storia della matematica
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Il genio greco
Nel V secolo a.C., sulla scia di Talete
e Pitagora in un periodo di grandi e importanti
movimenti per l'umanità civilizzata, tra i più grandi studiosi
della geometria vi furono il filosofo atomista Democrito
di Abdera, che pervenne alla formula corretta per la determinazione
del volume di una piramide, e Ippocrate di Chio
(da non confondere con Ippocrate di Cos, padre della medicina), il quale
scoprì che l'area delle figure piane delimitate da archi di circonferenza
è riconducibile all'area di opportuni triangoli. Questo risultato era
in stretta relazione con il celebre problema della quadratura
del cerchio, che consiste nel costruire un quadrato di area uguale a quella
di un cerchio assegnato.
Due problemi simili sorti nel corso del secolo furono quello
della trisezione di un angolo e quello del raddoppiamento di un cubo, cioè
della costruzione di un cubo di volume doppio di quello di un cubo dato. Essi
furono risolti in diversi modi, ricorrendo a metodi notevolmente complessi,
ma per molto tempo la questione se fosse o meno possibile realizzare tali costruzioni
esclusivamente con l'ausilio di righello e compasso impegnò i più
grandi matematici senza trovare risposta.
Verso la fine del V secolo a.C., un matematico di identità sconosciuta
scoprì l'impossibilità di misurare con la stessa unità
di misura il lato e la diagonale di un quadrato; in altri termini vennero scoperti
i numeri irrazionali e, come conseguenza, furono riformulati i concetti fondamentali
della geometria, in particolare le nozioni di punto, retta, piano e spazio,
e si pervenne a una nuova concezione, più astratta e razionale, della
matematica; si comprese l'importanza dei postulati, a partire dai quali potevano
essere dedotti i teoremi necessari per ogni applicazione pratica. Le nuove scoperte
di buona parte della geometria, introdotte intorno al IV secolo a.C., furono
attribuite a
Eudosso di Cnido e incluse negli
Elementi di Euclide.
L'odierna distinzione dei numeri può
essere così schematizzata:
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Il secolo seguente fu particolarmente fecondo per lo sviluppo della matematica,
grazie agli studi di
Archimede di Siracusa.
Gli scritti di Archimede, che peraltro contengono discussioni su importanti
problemi di fisica, quali la determinazione del centro di massa dei corpi e
delle loro condizioni di galleggiamento in acqua, sono i più antichi
che ci siano pervenuti; si conosce inoltre un trattato sulle coniche del suo
contemporaneo
Apollonio di Perge.
Dopo Euclide, Archimede e Apollonio, la Grecia non conobbe altri studiosi di geometria
di simile valore. Nel III sec. d.C.,
Diofanto di Alessandria
fondò il calcolo algebrico, che egli sviluppò fino alla soluzione
numerica delle equazioni di secondo grado.
La gloriosa Accademia di Atene, stupendamente
rappresentata in un mosaico pompeiano.
Platone, al centro, discute con i suoi discepoli nei giardini dell'Accademia.