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La numerazione romana

I Romani rappresentavano i numeri con grafie e supporti diversi a seconda del periodo storico di riferimento. All'inizio le lettere dell'alfabeto usate come simboli numerici venivano disegnate semplicemente per terra, sulla sabbia o sulla polvere, con un bastoncino; successivamente passarono all'uso di tavolette ricoperte di sabbia; più tardi la sabbia venne sostituita dalla cera e le lettere venivano incise con un ferro appuntito chiamato "stilo". Quanto segue si riferisce all'epoca della Roma classica e imperiale (I sec. a.C. ~ III sec. d.C.).

Questi erano i valori di alcune lettere maiuscole:
I = uno
V = cinque
X = dieci
C = cento
D = cinquecento
M = mille
La numerazione romana era fondata su questi principi:
Esempio:
CMXLV = -100 +1000 -10 +50 +5 = 945
1492 = +1000 +400 +90 +2 = +1000 +(-100+500) +(-10+100) +2 = MCDXCII

Per fare i calcoli usavano alcuni sassolini, infilati nelle scanalature di un abaco, che in latino si chiamavano "calcoli".

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