La storia della matematica > Fermat e Pascal

Fermat e Pascal

Pierre Fermart e Blaise Pascal, contemporanei di Cartesio, portarono anch'essi un fondamentale contributo al rinnovamento della scienza matematica.

Fermat, per quanto riguarda la matematica, tutto quanto produsse lo fece da dilettante. Magistrato e consigliere del re, al parlamento di Tolosa, aveva probabilmente molto tempo libero e lo dedicava al suo hobby preferito: gli studi matematici. Uomo coltissimo, scriveva ottimi versi nelle principali lingue europee. Fu anche un ottimo filologo di greco e latino. Di carattere affabile e simpatico (anche se Cartesio, sicuramente geloso di lui, soleva ripetere: "Il signor de Fermat è un guascone, io no"), fu anzi incapace di vantarsi, come meritava, delle sue scoperte.


Pierre de Fermat
(1601 - 1665)

Memorabile divenne una lunga polemica con Cartesio, a proposito di problemi inerenti al calcolo differenziale. Fermat dedusse, tra l'altro, le leggi della riflessione e della rifrazione. Rettificò inoltre Descartes, nella classificazione delle curve secondo il loro grado.


La sua opera più importante fu, comunque, la teoria dei numeri o aritmetica superiore, che cominciò a sviluppare partendo dalle considerazioni sui numeri primi. Famosissimo, poi, è rimasto l'ultimo teorema di Fermat (vedi).

Blaise Pascal
(1623 - 1662)

Ed eccoci a quello che alcuni hanno definito "il capitolo più curioso della matematica": un compendio innumerevole di problemi, di relazioni, di rapporti, che servono sia al giocatore d'azzardo del poker o dei dadi, sia al frequentatore della roulette, che ai consigli di amministrazione delle assicurazioni, nonché ai fisici teorici e sperimentali, che studiano la composizione degli atomi e delle loro particelle, od ai biologi, che affondano le loro meningi nelle questioni della genetica.
Si tratta del calcolo combinatorio, ed è per lo meno singolare che in esso trovino qualcosa in comune i fenomeni e i fatti più vitali insieme agli enigmi banali del gioco d'azzardo.

Il calcolo combinatorio, cioè lo studio e l'analisi delle possibilità che un certo evento si verifichi oppure no, è legato ai nomi di Pascal e di Fermat, che, tra l'altro, si conoscevano bene e si stimavano reciprocamente.

Pascal, sin da giovanissimo, rivelò la sua straordinaria capacità matematica. Nel campo della fisica, riprendendo in mano gli esperimenti di Torricelli, dimostrò il vero significato della pressione atmosfèrica. A lui si debbono alcuni studi basilari della geometria prospettica.

Un'altra conquista di Pascal merita di essere ricordata: appena diciannovenne, ideò e costruì la prima macchina calcolatrice del mondo.

Scrittore raffinato (a lui si debbono alcune delle più belle pagine della lingua francese), oscillò nelle sue indagini e nelle sue meditazioni fra gli studi della teologia, le concezioni mistico-morali e lo studio delle scienze esatte. Di salute cagionevole, Pascal morì assai giovane, frequentemente torturato da problemi fisici e spirituali.